
calendar_month 10 Giugno 2025
Si è tenuta martedì 3 giugno l’Assemblea Generale di ASSIL, occasione in cui è stata presentata la ricerca del Politecnico di Milano “Analisi delle potenzialità di mercato delle soluzioni di smart lighting in Italia”.
Il settore dell’illuminazione intelligente si conferma strategico per la transizione energetica e urbana, con 5 miliardi di investimenti previsti entro il 2030, in linea con gli obiettivi del PNIEC e della direttiva EPBD.
L’indagine evidenzia come lo smart lighting consenta risparmi fino all’83% di energia pari a 861 MWh annui e con 221 tonnellate di emissioni di CO2 in meno, nei settori più energivori – come gli ospedali – e tempi di rientro dall’investimento molto brevi (2,3 anni per i progetti in ambito sanitario, 4,8 anni per l’illuminazione pubblica).
ASSIL sottolinea l’importanza di integrare fin dalla progettazione criteri illuminotecnici orientati al benessere visivo, all’efficienza e alla sostenibilità. L’aggiornamento dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) e la revisione della direttiva EPBD rappresentano un’opportunità chiave per valorizzare il contributo del settore alla rigenerazione urbana.
Numerosi gli interventi che hanno arricchito la giornata come per esempio il Presidente del GSE Paolo Arrigoni , che ha sottolineato il ruolo strategico delle imprese di ASSIL nel promuovere l’efficienza energetica. Queste aziende, ha dichiarato, offrono soluzioni innovative e digitali non solo per migliorare l’illuminazione pubblica e privata, ma anche per aumentare il benessere visivo e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Arrigoni ha inoltre ricordato l’importanza del protocollo d’intesa firmato lo scorso marzo tra GSE e ASSIL, che prevede il supporto del GSE alle imprese del settore nel percorso di decarbonizzazione e nell’accesso ai meccanismi di incentivazione disponibili.
Il comparto dell’illuminotecnica italiana ha chiuso il 2024 con una crescita della produzione industriale del +5%, superiore alla media dell’elettrotecnica. Tuttavia, il fatturato è sceso del -7,5% rispetto all’anno precedente, risentendo in particolare del calo del mercato nazionale (-10%) e della flessione dell’export (-4,1%), in particolare verso Germania e Francia.
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